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Rappresentazione visiva dell'articolo: I BOT che rendono il 20%

Autore: Marco Sestilli

Data di pubblicazione: 09 febbraio 2021

I BOT che rendono il 20%

è un sabato mattina e sdraiato ancora a letto guardo la replica della partita dei miei Los Angeles Clippers. All’intervallo, anziché partire la pubblicità, compare Federico Buffa che inizia a raccontare la storia di Bill Russell, mitico centro dei Celtics degli anni ’60. Come al solito le parole di Buffa sono ipnotiche, la storia che racconta mi incolla allo schermo. Ad ogni modo, quello che mi colpisce è come e quanto sia cambiato il basket negli anni. Oggi si gioca in gergo con 5 “piccoli” sul perimetro che non riempiono l’area, all’epoca il pivot era il fulcro di ogni azione.

Lo stesso è successo con il risparmio. In Italia c’è sempre stata un’importante cultura del risparmio, spesso però non accompagnata da una buona educazione finanziaria. Il modo di gestire il denaro oggi è cambiato rispetto a come lo gestivano i nostri genitori o i nostri nonni, ma alcuni retaggi del passato sono rimasti dentro di noi, alcuni positivi altri meno.

Ma come investivano mio nonno e mio padre negli anni ’60, ’70 e ’80?

  • Titoli di stato italiani: all’epoca pensare che uno Stato potesse fallire era pura utopia. In Italia i titoli di stato davano l’idea di sicurezza e rendevano molto e a vista, basti pensare che un bot con scadenza ottobre ’81 rendeva il 20,45% lordo. Numeri impressionanti se confrontati con quelli di oggi, visto che i rendimenti sono negativi.
  • Immobili: da sempre l’asset preferito delle famiglie italiane che oltre la prima casa, ne acquistavano altre per le vacanze o che generassero rendite.
  • conto corrente: all’epoca tenere i soldi sul conto garantiva un rendimento minimo che permetteva di proteggere il capitale dall’enorme inflazione di quel periodo.
  • Libretto postale: spesso quando nasceva un bambino si apriva un libretto di deposito per garantirgli un gruzzoletto quando sarebbe diventato più grande. Era una soluzione alternativa al conto per la custodia del denaro.

Come per lo sport, i tempi sono cambiati e questi asset non hanno più la funzione di una volta. Oggi investire è notevolmente più complesso, nonostante sia più semplice accedere agli strumenti finanziari. Proprio per questo si rafforza l’esigenza di affidarsi a chi ha delle competenze ben precise, a maggior ragione quando si tratta di gestire risparmi accumulati con sforzi e sacrifici che servono per costruire il nostro futuro.

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