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Rappresentazione visiva dell'articolo: La mala educación finanziaria: i giovani investono male

Autore: Marco Sestilli

Data di pubblicazione: 05 luglio 2019

La mala educación finanziaria: i giovani investono male

Il mercato azionario fa paura, ma è la retta via verso la miglior pensione integrativa

L’educazione finanziaria non è ancora materia di studio nelle scuole italiane. Lo Stato interviene continuamente a tutela del risparmio dei cittadini, ma l’incidenza sull’alfabetizzazione economica e finanziaria rimane sempre molto bassa e relativa. Ad oggi questo aspetto è demandato, per la maggior parte dei casi, all’iniziativa privata e spesso ai consulenti finanziari.

Ma questo non è sufficiente.

Concetti fondamentali come l’orizzonte temporale e gli obiettivi di investimento, la tolleranza al rischio, la diversificazione e il rendimento atteso, insomma gli elementi fondamentali del risparmio nel lungo periodo, dovrebbero essere assorbiti dalle persone nell’età dell’apprendimento. Creando investitori consapevoli.

Le conseguenze della “mala educación” finanziaria le possiamo analizzare in uno degli aspetti più importanti della pianificazione: la previdenza complementare.

Ad oggi, infatti, molte persone non fanno i conti con la realtà e non sanno che il gap previdenziale, ossia la differenza tra il primo assegno pensionistico e l’ultimo stipendio, sarà piuttosto elevato. In media parliamo di circa la metà dell’importo. Questi individui, quindi, non stanno pianificando una rendita integrativa da affiancare alla pensione statale.

Ma la pensione integrativa si può costruire iscrivendosi a un qualunque fondo pensione?

No, perché l’elemento fondamentale da considerare - oltre ai costi, ovviamente - sono le linee di investimento. Quelle che all’interno dei fondi pensione si differenziano per il livello di rischio, più o meno alto.

La logica con cui si affrontano dei piani di accumulo, sia finanziari sia pensionistici, dovrebbe essere legata alla probabilità di perdita di capitale a scadenza. Se ho 30 anni davanti, ma anche 20, queste probabilità sono quasi nulle investendo nel mercato azionario, mentre quelle di raddoppiare o triplicare il capitale sono alte. Pochissimi, però, scelgono questa strada. La stragrande maggioranza preferisce linee garantite, bilanciate e obbligazionarie.


La scelta va calibrata. Va pensata sull’oggi, sapendo che domani dovrà cambiare. Perché il livello di rischio dell’investimento deve diminuire a mano a mano che ci si avvicina al fatidico momento della pensione. Per questo motivo è stato introdotto il cosiddetto Lyfe Cycle che, automaticamente, ribilancia in modo predefinito il portafoglio, passando dagli asset più rischiosi a quelli più conservativi, mettendo al “sicuro” il capitale investito ed accumulato negli anni. Un ulteriore incentivo ad investire correttamente per costruire la propria pensione integrativa.

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