
Autore: Marco Sestilli
Data di pubblicazione: 10 luglio 2019
Portafoglio digitale, consulenza umana
Dove non arrivano i robo advisor. Sì alla tecnologia, ma senza perdere il rapporto fiduciario tra investitore e consulente
Chi ha (più) paura dei robot? Nell’era del lavoro 4.0 sono caduti i vecchi preconcetti sugli impatti delle tecnologie che si pensava potessero sostituire mani esperte e cervelli umani. Al contrario, la digitalizzazione ha rafforzato la centralità dell’uomo-consulente, che può trarre enormi benefici dall’intelligenza artificiale, soprattutto nella semplificazione del processo di creazione di un portafoglio, senza mai perdere, però, il rapporto con il cliente. Il vis a vis è il momento in cui la comunicazione si eleva alla sfera emotiva per cogliere sfumature di esigenze, sogni, obiettivi che differenziano ciascun investitore. Ma non è solo questo a rendere imprescindibile la figura di un professionista accanto a una macchina efficiente.
Secondo gli esperti dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, il plus di valore dato dai robo advisor viene a mancare proprio nei periodi di maggior turbolenza dei mercati.
Hanno riscontrato, infatti, evidenti difficoltà nel riconoscere determinate situazioni. Nel momento in cui il cliente, quindi, ha più bisogno di una presenza di conforto e di un attore protagonista che sappia identificare, grazie alla sua esperienza e abilità, i movimenti in atto nel mondo degli investimenti, rischia di trovarsi davanti una lettura automatizzata di dati. Senza una prospettiva, senza una visione di mercato ad ampio raggio.
Ecco spiegato perché nell’ultimo anno è emersa la forza delle competenze umane e del rapporto di fiducia costruito tra l’investitore e il consulente. Lasciando ai robot le operazioni di back office. Non un minus, bensì un plus per ogni private banker.
I risultati dello studio CeTIF, Centro di Ricerca su Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari dell’Università Cattolica, hanno decretato il fallimento del robo advisor per come lo conoscevamo a favore di un robo for advisor. Ovvero la tecnologia a supporto dell’uomo.
L’home banking e le app utilizzate per le operazioni ordinarie e il monitoraggio del proprio portafoglio. Il consulente scelto per la gestione del patrimonio, dai nuovi investimenti alla mappatura e l’analisi dei risparmi di ogni cliente. Un lavoro di alta sartoria per creare il portafoglio ideale. Digitale, per un utilizzo smart, e umano: il mix vincente per il futuro.
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